giovedì 15 marzo 2012

Omaggio a…Svetlana Zakharova


Svetlana Zakharova è nata il 10 giugno del 1979 in Ucraina. Inizia lo studio della danza a sei anni, non tanto la danza classica ma le danze di folklore. Ma già all’età di nove anni entra nel Kiev Choreographic School con la grande coreografa ed insegnante Valeria Sulegina. Passati i sei anni di scuola Svetlana partecipa nel 1995  all’International Young Dancers’ Competition di San Pietroburgo. Vince il secondo premio danzando più ruoli: la Principessa Florine nel passo a due dell’Uccellino Azzurro della “Bella Addormentata” di Tchaikovsky, la variazione del Tchaikovsky Pas de Deux di Balanchine e la prima variazione di “Paquita”. Di lì continua i suoi studi all’Accademia Vaganova a San. Pietroburgo, anticipando di un anno il diploma. Qui danza prestigiosi ruoli come La Bayadere, interpreta Masha nello Schiaccianoci, la Regina delle Driadi nel Don Chisciotte, e l’intensa Morte del Cigno al Mariinsky Theatre. E’ il 1996 Svetlana si diploma, iniziando a lavorare al Mariinsky a soli 17 anni. Un anno dopo viene eletta Prima Ballerina. Qui grazie alla guida di Olga Moiseyeva il suo percorso artistico prende un ennesimo slancio. Sarà Giselle, Odette-Odile nel Lago dei Cigni, Aurora nella Bella Addormentata, Nikiya ne la Bayadere e Medora ne Il Corsaro. Vince nel 1999 il Golden Mask Award (miglior ruolo femminile nel balletto) con la sua performance in Serenade di Balanchine e l’anno successivo con la Bella Addormentata nel ruolo di Aurora. E’ invitata come ospite dai principali teatri del mondo come il  New York City Ballet, l’American Ballet Theatre, Paris Opera Ballet, La Scala, l’English National Ballet e il  New National Theatre Ballet a Tokyo. Finalmente nel 2003 diventa
Prima Ballerina del Bolshoi di Mosca. I successivi anni sono ennesimi riconoscimenti del suo talento come il premio Benois de la Danse nel 2005, il Premio Russo e il premio “Soul of the dance”  nel 2007. “Tranne mia madre, danzatrice in un gruppo folk, la mia famiglia non ha nulla a che vedere con l’arte. Uno dei miei nonni era minatore, l’altro un militare della marina sovietica e mio padre, oggi in pensione, era un militare di carriera. Sento forti le mie radici e ovunque vada sono orgogliosa di essere russa». Della sua cultura conserva anche il rigore e la disciplina degli anni di formazione accademica: «L’immagine di me allo specchio mentre danzo non mi soddisfa mai pienamente. Sono molto severa con me stessa perché abituata alla ricerca della perfezione”. Sul tema interpretazione e tecnica, “Bisogna unire le due cose. Se entrano in gioco entrambi i due fattori gli spettatori lo capiscono e amano di più il balletto. Penso che questa sia la direzione giusta e mi auguro che sia proprio così”.

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